Audioguida Chiesa di Santa Maria de las Lágrimas

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La storia di un tempio barocco nella
diocesi di Guadix

Da San Agustín Conciliar de San Torcuato a Santa María de las Lágrimas.

Convento di San Agustín de Guadix

Dopo la riconquista di Guadix, nel 1489, diverse famiglie nobili si stabilirono per ripopolare la zona. Uno di loro era la famiglia Saavedra, che costruì la loro villa vicino alla cittadella dell’antica Madinat Wadi Ash. Va detto che la documentazione relativa a questo palazzo è molto scarsa. Sotto il pontificato di don Juan de Fonseca y Guzmán, nel 1594, fu fondato il convento di San Agustín sul sito occupato dal palazzo della famiglia Saavedra.

Su iniziativa del provinciale dell’ordine, Francisco de Castroverde, nel capitolo tenuto il 19 ottobre 1591 a Córdoba, con breve pontificio, fu autorizzata la fondazione del convento a Guadix, concedendo licenza a Fray Pedro de Valderrama, priore del convento di sant Agustín de Granada per detta fondazione.

Sempre nel 1594, le capitolazioni fatte tra i Cabildo della S.A.I. La cattedrale di Guadix e il convento, prima della sua fondazione, sugli accordi stabiliti in relazione alla decima che dovevano pagare per i loro beni. I suoi principali benefattori furono Pedro Ruiz de Valdivia e sua moglie Mencía de Bolaños y Mendoza, che donarono case per la costruzione del convento. In cambio sarebbero stati i patroni del Capilla Mayor. La costruzione del convento e della fabbrica della chiesa avviene nel secolo successivo.

Fray José Laínez, vescovo di Guadix tra il 1653 e il 1667, esclaustrato agostiniano, ristrutturò il convento di San Agustín costruendo la chiesa e parte del convento. Il sito del Patrimonio di Guadix descrive la chiesa come segue: “a pianta ellittica centralizzata con cappelle e gallerie sovrapposte, con il coro al piano superiore […] Nel vecchio transetto, oggi si trova il presbiterio coperto da una cupola su pennacchi [ …] La facciata È in stile barocco. Il portale che dà accesso all’interno è affiancato da due grandi aperture ora murate. Si tratta di archi semicircolari sotto una struttura piatta con frontone triangolare con due pinnacoli alle estremità. In fabbrica viene verniciata una falsa carpenteria.

Il portale di accesso si apre anche attraverso un arco semicircolare, inquadrato in una struttura piana con quattro semicolonne su lesene e coronato da un campanile in rilievo. Nei corpi superiori della facciata sono presenti diverse aperture, due ad arco semicircolare e due circolari superiori. Il patrimonio liturgico aumenterebbe intorno al 1769, con la soppressione del Colegio de San Torcuato della Compañía de Jesús de Guadix, poiché gli ornamenti, i vasi sacri e i gioielli dei Gesuiti furono consegnati al priore del convento di San Agustín.

Le truppe francesi arrivarono a Guadix nel 1810, allestendo una caserma nel convento di San Agustín. Un gruppo di artiglieria ruppe il pannello centrale della chiesa, per far passare i cannoni alla cittadella attraverso il foro. Dopo il ritiro delle truppe francesi da Guadix, gli Agostiniani recuperano il loro convento. Il decreto del 1 ottobre 1820 abolì tutti i monasteri monastici, citando tra gli altri quelli dell’ordine di Sant’Agostino, destinandone tutti i beni a credito pubblico, per un totale di 10,88 ettari di terreno irriguo. Il più grande attacco al patrimonio della Chiesa nasce in conseguenza dell’applicazione dei decreti di esclaustrazione di Mendizábal, del 1836, che mettono in vendita i beni delle istituzioni religiose.

Con questa legge i beni, i beni immobili, i redditi, i diritti e gli atti delle comunità religiose e delle istituzioni di entrambi i sessi venivano dichiarati patrimonio nazionale e si disponeva che fossero messi all’asta pubblica. L’Ordine Agostiniano scompare definitivamente da Guadix. Nell’inventario dei beni del tempio esistenti nell’archivio di distailment troviamo diverse immagini, tra le quali segnaliamo le seguenti per essere di nostro interesse: un’immagine dell’Immacolata, nella cappella maggiore; una foto di un Ecce-Homo incorniciato, nel coro; e un’effigie di un Ecce-Homo, in sacrestia.

Seminario Consiliare di San Torcuato

Dopo l’esclaustrazione dei frati agostiniani, il convento ha subito un forte degrado, la diocesi ne ha salvato la proprietà dopo la firma del Concordato del 1851, quando don Ramón Vargas era governatore ecclesiastico. L’edificio è recuperato come casa di missione ed esercizi spirituali per il clero diocesano. La Diocesi di Guadix, tramite il Seminario Conciliare di San Torcuato, acquistò l’Alcazaba dal Sig. Felipe Ramírez de Aguilera y Bercín, come risulta dall’atto di vendita del 18 gennaio 1868, concesso davanti al Notaio di Guadix, Sig. Luis de Alarcón e Ariza.

L’obiettivo è che i seminaristi abbiano un posto dove rilassarsi. Fray Vicente Pontes y Cantelar, vescovo di Guadix dal 1876 al 1893, concentrò la sua attività intellettuale nel Seminario del Concilio di San Torcuato, dove volle formare sacerdoti con un ampio background intellettuale e spirituale, che è perfettamente riassunto nel suo motto educativo “Scienza e timor di Dio»15. Fu lui che effettuò il trasferimento del Seminario dalla sua prima ubicazione nella casa del palazzo dei Ramírez de Arellano nella piazza della cattedrale (oggi Scuola di Arti), all’antico convento di San Agustín. Un edificio più grande e più diafano. Doveva essere qualcosa di sentimentalmente caro, poiché era il convento dell’ordine da cui proveniva. Il trasferimento ufficiale avvenne il 1° ottobre 1880 con cerimonia solenne16.

Durante la guerra civile (1936-1939) la chiesa di San Agustín, amministrata dal Comune e dall’UGT, fungeva da magazzino generale di viveri per la popolazione civile. L’edificio subisce un forte degrado a cui si deve aggiungere il crollo della cupola centrale Don Rafael Álvarez Lara, vescovo di Guadix dal 1943 al 1965, realizzò una serie di riforme nel 1949. La planimetria dell’edificio fu trasformata, dotandola esso presenta un’unica navata principale rettangolare con volta a botte su archi trasversali e lunette che illuminano l’intero spazio. Nel 1952 il seminario fu diviso in “maggiore” e “minore”, lasciando il minore nell’estinto convento di San Agustín e il maggiore in un nuovo edificio accanto al Colegio Máximo de Cartuja a Granada, amministrato dalla Compañía de Jesús19.

Alla fine del ‘900 l’edificio fu definitivamente abbandonato, cedendo all’on. Guadix City Council, il seminario e la cittadella nel 1996, lasciando la chiesa segregata sotto la proprietà della diocesi di Guadix. Infine, la diocesi di Guadix, guidata dal suo vescovo Juan García Santacruz Ortiz, firma un accordo per il trasferimento del tempio di San Agustín a favore della Illustrissima e Fervente Confraternita di Nostra Signora delle Lacrime.

Chiesa di Santa María de las Lágrimas.

Il 30 luglio 1999 la Confraternita delle Lacrime ha preso in carico la Chiesa conciliare del seminario diocesano San Torcuato. Fu dichiarato in stato di rudere: “Quel detto tempio di carattere storico, artistico e religioso è attualmente in avanzato stato di degrado, classificato dai tecnici come rudere”.

Tale accordo, che sarà poi prorogato il 5 aprile 2005, manifesta la volontà del Vescovo diocesano di «restituire detto tempio, non solo alla storia e al patrimonio artistico-culturale della città, ma a qualcosa di più vitale e importante: reintegrare detto tempio nella vita liturgica e religiosa cristiana per la quale è stato costruito”. In questi 23 anni, che la Confraternita ha il tempio, ha realizzato 4 fasi di intervento con un investimento di oltre 650.000 euro, sommato ad uno sforzo umano da parte dei fratelli di questa corporazione, impossibile da quantificare, ma senza dubbio supererebbe la cifra precedente. In parole povere, potremmo definire queste fasi come segue:

1ª Fase: Nel presbiterio viene allargata una porta laterale, verso la via poi chiamata Jesús del Soberano Poder (Ecce Homo), per adempiere ad uno degli scopi principali della Confraternita, che è la pubblica penitenza nel pomeriggio del Giovedì Santo. . Si effettuano alcune chiusure nelle cappelle laterali corrispondenti all’antica Chiesa che per decenni furono completamente esposte alle intemperie, provocandone il totale degrado.

2ª Fase: Tutti gli archi, le volte e le cupole della costruzione della nuova Chiesa vengono reintegrati per recuperare le volte e la struttura della vecchia. Da segnalare l’abbassamento del pavimento di oltre un metro e mezzo fino a raggiungere l’originario, ponendo un pavimento marmoreo in tutta la navata del tempio.

3ª Fase: In questa fase viene urgentemente intrapreso il ripristino totale delle coperture frontali e l’incorporazione di uno spogliatoio che fungesse da recinto per l’altare maggiore che, esposto alle intemperie, causava perdite di umidità provocando lo spostamento delle pareti e il movimento della cupola dell’altare maggiore, oltre a permettere la venerazione del capo più importante della Confraternita: María Santísima de las Lágrimas.

4ª Fase: La fase attuale prevede la pulizia e sanificazione delle cappelle laterali e il completo restauro delle pitture murali che consentono al tempio di ritornare tempestivamente allo stato originario secondo l’accordo firmato tra il Vescovado e la Confraternita. Salvo il recupero dell’originaria cupola centrale, che, su indicazione della Delegazione alla Cultura della Junta de Andalucía, non ne consente la realizzazione perché “Lo spazio del tempio restaurato deve essere un restauro e non una nuova costruzione che modifichi il volume della navata ellissoidale o introdurre una copertura metallica a cupola con lanterna” secondo una lettera inviata il 13-12-2006 (Fascicolo BC.01.210/06).

Dal punto di vista liturgico, la Confraternita ha compiuto i propri atti che ne segnano gli statuti insieme al suo consigliere e quindi rettore del tempio. Per questo compie un notevole sforzo economico in mobili, utensili e suppellettili tipici del culto liturgico cristiano (campane, tabernacolo, impianto di amplificazione, altare, ciborio, panche, via crucis…

La Confraternita insieme al rettore del tempio sta recuperando con criteri storico-devozionali le antiche venerazioni legate al tempio stesso e alla parrocchia di Santiago a cui appartiene la Confraternita delle Lacrime, evidenziando l’incorporazione nel 2009 dell’invocazione della Confraternita Sacramentale di Gesù affacciato alla finestra (Ecce Homo) che ha le sue origini nella parrocchia di Santiago nel XVI secolo ed è incorporato come capo della Confraternita e con una propria cappella nella Chiesa in questione; il recupero dell’Arciconfraternita dell’Immacolata con antecedenti nel XVI secolo anche nell’eremo di San Marcos (dipendente dalla Parrocchia di Santiago) e nella parrocchia di Santiago. Oppure le devozioni a San Agustín, San Torcuato, proprietari di questo tempio, nonché a San Nicolás de Tolentino, Virgen de Correa e Consolación, confraternite estinte con sede canonica in detta Chiesa.

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